Venmo spiegato (da italiano che legge romanzi e guarda serie TV made in USA)
Se anche tu guardi serie TV americane o leggi romanzi di autori come Michael Connelly, prima o poi ti capiterà la frase di rito:
“Fammi un Venmo.”
“Venmo me.”
Per loro (statunitensi) è normalissimo. Per me, da italiano, la prima volta è stato: “Scusa, fai cosa?”
Visto che in Europa Venmo non esiste proprio, mi sono incuriosito e ho iniziato a fare ricerche per capire cosa sia davvero, come funziona, perché è così diffuso negli Stati Uniti e, soprattutto, se abbia senso preoccuparsene in vista di un viaggio là.
In questo post metto in fila tutto quello che ho “scoperto”: cos’è Venmo, dove è disponibile, quali requisiti occorrono, quante commissioni applica, come entra in gioco il fisco USA e quanto è realmente diffuso, con una sezione finale di Q&A con le domande più tipiche (che io stesso mi sono posto).
Che cos’è Venmo, in parole semplici
Venmo è un’app di pagamenti digitali che negli USA usano per:
- pagarsi a vicenda tra persone (amici, colleghi, coinquilini);
- dividere spese come cene, affitti, bollette, taxi, biglietti;
- pagare piccoli esercenti o professionisti (dal dog-sitter al musicista, fino ad alcuni avvocati).
La differenza rispetto a un bonifico tradizionale è la componente social:
- ogni pagamento ha una nota (testo, emoji, battuta, riferimento interno);
- per impostazione predefinita queste info finiscono in un feed in stile social, visibile ai contatti (o anche pubblico, se non si cambia nulla).
In pratica, Venmo è mezzo sistema di pagamento e mezzo social network "dei soldi".
A livello tecnico:
- si usa quasi esclusivamente da app mobile (iOS o Android);
- il sito web serve principalmente per consultare lo storico, non per pagare.

Dove funziona Venmo (e perché da noi no)
Qui arriva la parte meno romantica: Venmo è praticamente “USA only”.
È pensato per chi:
- vive negli Stati Uniti;
- ha un numero di telefono USA;
- usa l’app fisicamente sul suolo americano (fuori dagli USA spesso si viene limitati o bloccati, anche con l'utilizzo di VPN).
Fuori dagli Stati Uniti (e da pochi territori collegati), non ci si può registrare né usare Venmo in modo normale.
In Europa, e quindi in Italia, Venmo non esiste proprio come servizio consumer.
Perché Venmo non arriva in Europa?
Le ragioni sono un mix di fattori tecnici, normativi e strategici.
1. È cucito addosso all’infrastruttura USA
Venmo è costruito attorno a:
- conti correnti statunitensi;
- trasferimenti bancari via rete ACH[1];
- identificazione tramite codici fiscali americani come SSN[2], ITIN[3] ed EIN[4].
Portare “così com’è” questo modello in UE vorrebbe dire:
- rifare tutte le integrazioni con i sistemi di pagamento europei;
- ottenere licenze paese per paese;
- reinventare tutta la parte di verifica identità secondo le regole europee.
2. Normative europee molto più dure
In Europa ci sono:
- la direttiva PSD2 per i pagamenti;
- normative anti-riciclaggio molto rigide;
- GDPR per la privacy;
- regolamenti nazionali aggiuntivi.
PayPal da noi è già autorizzata e presente. Dal loro (aziendale, di PayPal) punto di vista è molto più sensato rafforzare PayPal e altri prodotti locali, piuttosto che clonare Venmo per l’UE.
3. Il mercato è già pieno di alternative
Noi abbiamo già:
- Revolut, N26, Wise, ecc. per pagamenti e P2P;
- soluzioni locali (tipo Satispay in Italia);
- bonifici istantanei SEPA;
- carte contactless praticamente ovunque o, comunque, in espansione (fortunatamente).
In termini di funzionalità, Venmo non porta nulla di totalmente nuovo rispetto al mix di strumenti che uso e usiamo già ogni giorno.
4. Direzione politica: spinta su strumenti “made in EU”
In parallelo, l’UE sta lavorando sul progetto del digital euro[5], cioè una versione digitale dell’euro emessa dalla BCE, proprio nell’ottica di avere infrastrutture di pagamento sempre più “nostre”.
Dentro questo scenario, clonare Venmo in Europa non è esattamente una priorità (e non credo avverrà).
Requisiti per aprire Venmo (se fossi un americano)
Io, da italiano/europeo, non rientro minimamente nei requisiti. Ma, per capire, in teoria serve:
- almeno 18 anni;
- residenza negli Stati Uniti (un indirizzo vero, non inventato);
- numero di cellulare USA:
- capace di ricevere SMS da short code,
- non VoIP,
- non già usato da un altro utente Venmo;
- presenza fisica negli USA per usare l’app in modo continuativo;
- smartphone con una versione recente di iOS o Android.
Per sbloccare funzioni extra (limiti più alti, profili business, carte Venmo, ecc.) serve anche un identificativo fiscale USA:
Riassunto brutale: per un turista europeo che va due/tre/quattro/più settimane negli Stati Uniti, Venmo non è pensato, né (facilmente) ottenibile.
Come si usa Venmo: scenari reali
Pagamenti tra persone
La scena tipica:
- Cena tra amici.
- Uno paga il conto con la sua carta.
- Tutti gli altri: “No worries, I’ll Venmo you”.
Dal punto di vista pratico:
- apro Venmo;
- tocco Pay / Request;
- cerco la persona per:
- username Venmo,
- email,
- numero di telefono,
- oppure scannerizzo il suo QR;
- inserisco l’importo;
- scrivo una nota (spesso più una battuta che una descrizione seria);
- scelgo se pagare o richiedere.
Il risultato:
- i soldi si spostano in pochi secondi;
- nel feed appare un post del tipo “Pizza 🍕 + birra 🍺”.

Pagare negozi, ristoranti e servizi
Sempre più esercizi commerciali negli USA accettano Venmo:
- bar, ristoranti, negozi;
- catene di retail;
- servizi di delivery;
- app di trasporto (Uber, Lyft, ecc.).
Le modalità più comuni:
-
QR code alla cassa
Il negozio espone un QR Venmo/PayPal, io lo scansiono con l’app e autorizzo il pagamento. -
Integrazione con PayPal
Online scelgo “Paga con PayPal” e, in alcuni casi, posso usare Venmo come fonte di fondi invece del saldo PayPal.
Venmo Debit Card e Venmo Credit Card
Venmo offre anche due carte fisiche:
-
Venmo Debit Card
- è una Mastercard di debito;
- usa il saldo del mio account Venmo;
- funziona ovunque Mastercard sia accettata negli USA.
-
Venmo Credit Card
- è una carta di credito Visa a tutti gli effetti;
- si usa come una normale Carta Visa in giro per il mondo;
- per ottenerla servono requisiti di credito USA e il SSN.

Come collego e “alimento” Venmo
Per poter pagare con Venmo devo collegare almeno una fonte di soldi:
- conto corrente USA (collegato via ACH[1:1]);
- carta di debito USA;
- carta prepagata (debit) USA;
- carta di credito (idealmente emessa in USA).
Quando ricevo soldi, posso:
- lasciarli nel saldo Venmo, e usarli per altri pagamenti;
- trasferirli su conto corrente o carta collegata, in due modalità:
- standard (lenta ma di solito gratuita),
- istantanea (veloce ma a pagamento).
Una carta prepagata italiana o europea, ai fini Venmo, non esiste:
agli occhi del sistema non è una carta “US-based” e di solito viene rifiutata o molto limitata.
Commissioni: cosa costa usare Venmo
Pagamenti tra amici/familiari
Se mando soldi a un amico o parente, e il pagamento è “personale” (non etichettato come acquisto di beni/servizi), le regole sono:
SE uso:
- saldo Venmo,
- conto bancario USA,
- carta di debito o prepagata USA,
➠ commissione 0% (gratis per me e per chi riceve);
SE uso carta di credito,
➠ di solito pago circa il 3% di commissione sull’importo che sto inviando.
È un po’ l’equivalente del “Pagamenti tra amici e familiari” di PayPal: comodo, veloce, gratis… finché non entra in gioco la carta di credito.
Pagamenti a negozi, ristoranti e professionisti
Se pago un esercente, un locale o un professionista (profilo business Venmo, oppure pagamento marcato come “Goods & Services”):
- io, come cliente, vedo solo il prezzo del bene/servizio;
- chi incassa paga una fee a Venmo, tipicamente:
- circa 1,9% + 0,10 $ per transazione standard;
- circa 2,29% + 0,10 $ per pagamenti “Tap to Pay” direttamente da smartphone.
Dal punto di vista dell’esercente Venmo è alla fine un “processore di pagamenti” come Stripe, Square, PayPal, ecc.:
- facile da attivare;
- commissioni per incasso su ogni pagamento.
Trasferimenti dal saldo Venmo al conto
Quando voglio spostare soldi dal saldo Venmo al mio conto:
- trasferimento standard (1–3 giorni lavorativi) ➠ in genere gratuito;
- trasferimento istantaneo ➠ commissione percentuale (per esempio ~1,75%, con un minimo e un tetto massimo).
Venmo, avvocati & co.: uso professionale
Nei romanzi di Connelly mi ha colpito leggere di avvocati che accettano Venmo.
Non è solo fiction: succede davvero.
Sempre più professionisti statunitensi (avvocati compresi):
- accettano Venmo per parcelle, acconti, consulti rapidi;
- lo usano perché è comodo sia per loro sia per il cliente.
Gli ordini forensi dei vari Stati USA hanno pubblicato pareri etici su questo tema:
- sì, un avvocato può farsi pagare su Venmo;
- ma deve:
- curare la riservatezza: niente dettagli di casi e nomi sensibili in note pubbliche;
- rispettare le regole sui conti fiduciari dei clienti (client trust accounts), tenendo i fondi dei clienti separati da quelli dello studio.
Sul piano economico:
- anche il professionista paga le solite commissioni Venmo;
- gli importi incassati tramite Venmo vanno inseriti nella contabilità e dichiarati al fisco USA come qualsiasi altro reddito.
Venmo e fisco USA: 1099-K, tasse e trattenute
Importante distinguere:
- le commissioni Venmo sono il costo del servizio;
- la tassazione è tutta un’altra storia.
Quando i soldi diventano reddito
Se ricevo denaro su Venmo per:
- vendere un bene,
- offrire un servizio (professionista, freelance, ecc.),
agli occhi del fisco USA sono reddito imponibile. Punto.
Che i soldi stiano sul saldo Venmo o li sposti sul conto bancario è irrilevante: vanno comunque dichiarati.
Cos’è il 1099-K
Negli Stati Uniti esiste il Form 1099-K[6]:
- è un documento che i processori di pagamento (Venmo, PayPal, Stripe, ecc.) inviano sia al contribuente sia all’IRS;
- riepiloga i pagamenti ricevuti per beni/servizi tramite quella piattaforma.
Le soglie attuali (che negli ultimi anni hanno fatto avanti-indietro) sono, semplificando:
- più di 20.000 $ nell’anno, e
- più di 200 transazioni di beni/servizi sulla stessa piattaforma.
Se supero entrambe le soglie, Venmo (o chi per lei) deve produrre un 1099-K a mio nome e comunicarlo all’IRS[7].
Backup withholding
Se chi riceve:
- non fornisce un codice fiscale valido (SSN, ITIN, EIN),
- o risulta non in regola su alcuni aspetti fiscali,
Venmo può essere obbligata a fare backup withholding[8]:
- trattiene il 24% di certi pagamenti;
- li versa direttamente all’IRS come acconto sulle imposte.
In pratica:
- Venmo non calcola le tasse al posto dell’utente;
- però dialoga con il fisco e, in casi particolari, blocca e gira una parte dei soldi come ritenuta.
Quanto è diffuso Venmo negli Stati Uniti?
Qui volevo capire se Venmo fosse solo un “gimmick da serie TV” o qualcosa di davvero usato.
I numeri dicono che è molto usato, soprattutto tra giovani e giovani adulti:
- si parla di decine di milioni di utenti attivi (ordine di grandezza ~90–100 milioni);
- rapportando questo alla popolazione adulta USA, si arriva all’incirca a 1 adulto su 3 con un account Venmo.
In più:
- oltre l’80% degli americani conosce il nome Venmo;
- una parte consistente lo usa regolarmente.
La base utenti è composta in larga parte da:
- Gen Z e Millennials;
- persone che vivono in contesti urbani o suburbani;
- persone abituate a gestire tutto dallo smartphone.
Nel quadro generale dei pagamenti P2P USA:
- Zelle[9] è fortissima perché integrata direttamente nelle app delle banche;
- Cash App[10] ha un’enorme diffusione in altre fasce di utenza (con funzioni aggiuntive come investimenti e Bitcoin);
- Venmo è quella con la connotazione più “social” e pop.
Nel complesso, negli USA oltre metà della popolazione usa regolarmente almeno una app P2P per i pagamenti tra persone, e Venmo è uno dei grossi tre player.
La mia “mappa mentale” da europeo
Per me la traduzione culturale è questa:
- Venmo negli USA gioca un ruolo simile a quello che, da noi, fanno combinati:
- Revolut (pagamenti istantanei tra utenti + carta),
- PayPal (pagamenti online e tra persone),
- Satispay (pagamenti via QR nei negozi e micropagamenti).
Se un giorno PayPal acquisisse Satispay e integrasse tutto alla perfezione, in Europa ci ritroveremmo con qualcosa di molto simile al binomio PayPal + Venmo che loro hanno negli Stati Uniti:
- PayPal per gli acquisti online e i pagamenti “più formali”;
- l’app “tipo Venmo/Satispay” per le spese tra amici e i pagamenti al volo in negozio.
Ha senso Venmo per me, che vivo in Italia e vorrei andare in USA in viaggio?
Risposta onesta: no, non ha senso perderci tempo.
Perché:
- non ho un numero di telefono USA;
- non ho residenza USA, né SSN/ITIN;
- se inizio a giocare con VPN, numeri virtuali, indirizzi inventati:
- vado contro i Termini di servizio,
- rischio blocchi dell’account,
- posso trovarmi soldi congelati in attesa di verifiche.
Per un viaggio negli Stati Uniti mi basta e avanza:
- Revolut/Wise per pagare in dollari con cambio decente;
- carte di credito/debito italiane (Visa/Mastercard), che lì accettano ovunque;
- PayPal per qualche acquisto online su siti e servizi USA.
Per capire cosa succede nelle serie TV mi basta sapere cosa sia Venmo.
Per pagare realmente durante il viaggio, Venmo non è necessario.
Q&A – Le domande “ovvie” che io stesso mi sono fatto
1. Posso aprire Venmo prima di partire per gli USA, stando in Italia?
In pratica no.
Per aprire un account servono:
- numero di telefono USA,
- residenza/indirizzo negli USA,
- spesso un SSN/ITIN per verifiche e funzioni avanzate.
Anche se trovassi un modo “creativo”, resterei formalmente fuori policy e sempre a rischio blocco.
2. È più sicuro usare Venmo o il conto/banca tradizionale?
Venmo, come app, è tecnicamente sicura (login, crittografia, ecc.), ma non è una banca classica:
- non ha tutte le garanzie tipiche dei depositi bancari;
- in caso di sospetto di frode può bloccare facilmente i fondi;
- nei pagamenti tra privati non offre le stesse tutele di una carta di credito (niente chargeback tradizionale, ecc.).
Per cifre piccole tra amici è perfetto; per tenere l’80% dei propri risparmi lì sopra, io non lo farei.
3. Posso usare Venmo dall’estero con una VPN?
Dal punto di vista tecnico, spesso sì.
Dal punto di vista pratico/legale:
- violerei i Termini di servizio di Venmo;
- rischierei blocchi, limitazioni e rogne per recuperare eventuali soldi.
Morale: non vale la pena.
4. Perché un professionista (avvocato, psicologo, ecc.) dovrebbe usare Venmo invece del POS?
Perché:
- lo attiva in pochi minuti, senza contratti bancari complicati;
- i clienti giovani sono già abituati a pagare così;
- le commissioni, per molti, sono paragonabili a quelle del POS o di altri circuiti.
Di contro:
- bisogna gestire bene privacy e riservatezza;
- è necessario verificare che l’ordine professionale non imponga regole particolari (soprattutto per avvocati e professioni regolamentate).
5. Venmo è uguale a Zelle o Cash App?
No, ma giocano tutti nello stesso campionato (pagamenti P2P).
-
Zelle[9:1]:
- è integrato direttamente nelle app delle banche;
- trasforma il conto corrente in una sorta di “P2P istantaneo”;
- è molto usato per affitti, trasferimenti tra adulti, ecc.
-
Cash App[10:1]:
- ha una grossa base utenti in alcuni segmenti di popolazione;
- integra anche conto, carta, investimenti, Bitcoin;
- ha un posizionamento diverso, più “fintech allargata”.
-
Venmo:
- è quella più “social” (feed, emoji, ecc.);
- culturalmente molto presente nei contesti urbani, universitari e tra giovani professionisti.
6. Non avendo Venmo, mi perdo qualcosa come europeo?
Dal punto di vista pratico, no.
Con:
- conto bancario europeo + carta,
- Revolut/Wise per la parte cambio valuta e pagamenti internazionali,
- PayPal per acquisti online e qualche pagamento tra persone,
posso fare tutto quello che, negli USA, passa per il trio:
- banca + carta + Venmo (e/o Zelle, Cash App, ecc.).
Quello che mi perdo è solo la soddisfazione di dire “Just Venmo me” al bar.
Direi che posso vivere lo stesso piuttosto serenamente.
ACH (Automated Clearing House) – Rete elettronica statunitense per i trasferimenti bancari interni (stipendi, addebiti automatici, bonifici lenti). È l’infrastruttura “dietro le quinte” di molti spostamenti di soldi da/verso conti USA. ↩︎ ↩︎
SSN (Social Security Number) – Numero di previdenza sociale statunitense, usato come identificatore fiscale e amministrativo. È molto più invasivo del nostro codice fiscale e viene richiesto per lavoro, banca, credito, sanità, ecc. ↩︎ ↩︎
ITIN (Individual Taxpayer Identification Number) – Numero di identificazione fiscale rilasciato dall’IRS a persone che devono presentare dichiarazioni o pagare imposte negli Stati Uniti, ma non hanno diritto ad avere un SSN (ad esempio alcuni stranieri non residenti). ↩︎ ↩︎
EIN (Employer Identification Number) – Numero di identificazione fiscale delle aziende negli Stati Uniti. È l’equivalente della nostra partita IVA/codice fiscale aziendale, usato per rapporti con il fisco e la previdenza. ↩︎ ↩︎
Digital euro – Progetto della Banca Centrale Europea per una versione digitale dell’euro, emessa direttamente dalla BCE, da usare nei pagamenti elettronici al dettaglio. È ancora in fase di studio e sperimentazione. ↩︎
Form 1099-K – Modulo fiscale USA usato dai processori di pagamento (Venmo, PayPal, Stripe, ecc.) per comunicare all’IRS il totale dei pagamenti di beni/servizi ricevuti da un soggetto in un anno, quando superano determinate soglie di importo e numero di transazioni. ↩︎
IRS (Internal Revenue Service) – L’agenzia delle entrate degli Stati Uniti, l’equivalente della nostra Agenzia delle Entrate, responsabile della riscossione delle imposte federali e dei controlli fiscali. ↩︎
Backup withholding – Ritenuta d’acconto forzata (attualmente del 24%) che alcuni pagatori o intermediari devono applicare se il beneficiario non fornisce un codice fiscale valido o non è in regola con alcuni obblighi fiscali. Le somme trattenute vengono versate direttamente all’IRS come anticipo d’imposta. ↩︎
Zelle – Servizio statunitense di pagamenti P2P, integrato nelle app di moltissime banche. Permette di inviare denaro direttamente da un conto corrente all’altro usando solo email o numero di telefono del destinatario. ↩︎ ↩︎
Cash App – App di pagamenti P2P molto diffusa negli USA. Oltre ai pagamenti tra persone, offre conto, carta di debito, acquisto di azioni e Bitcoin, posizionandosi come alternativa a Venmo in diversi segmenti. ↩︎ ↩︎